Note minime
per un'idea dello stato
Por Tito Lucrezio Rizzo
La prima e più
importante forma di vita associativa è costituita dalla famiglia,
fondata innanzi tutto sui vincoli di sangue, ma aperta anche ad ulteriori
legami affettivi, come quelli derivanti dall’adozione.
Gli individui singolarmente considerati, o inseriti in nuclei familiari
formati da
più persone, sono a loro volta organizzati nella più
ampia comunità costituita dal Comune, che è la struttura
organizzativa di base, attraverso la quale in un dato territorio si
affermano alcuni elementi della propria identità perso-nale,
quali la condivisione della lingua, dei costumi, delle tradizioni
e della cultura in senso lato.
In base alla più recente riforma intervenuta sulla nostra Costituzione,
il Comune ha acquistato una nuova e più ampia autonomia dal
potere centrale, con l’assegnazione di proprie risorse dirette
(p.es.. l’I.CI.), o derivate dallo Stato, perché il primo
possa far fronte ai compiti amministrativi ed all’erogazione
dei servizi utili ai cittadini residenti nel proprio territorio (p.
es.: mobili-tà e trasporti,, stato civile ed anagrafe, polizia
urbana…).
Il Sindaco ed il Consiglio comunale vengono eletti direttamente dai
cittadini, senza l’intermediazione dei partiti, con un voto
che i chiamati alle urne sono invitati ad esprimere su un dato programma
ed in favore dei singoli candidati.
Una più ampia struttura territoriale, intermedia tra il Comune
e la Regione, è la Provincia, alla quale competono alcune funzioni
amministrative in proprio, ed altre per delega dello Stato o della
Regione (p. es.: difesa del suolo, tutela e valorizzazione dell’ambiente,
prevenzione delle calamità; caccia e pesca nelle acque interne;
viabilità e trasporti; smaltimento dei rifi uti; valorizzazione
dei beni culturali, protezione dei parchi e delle riserve naturali…).
Il Presidente della Provincia ed il Consiglio provinciale sono a loro
volta eletti direttamente dalla popolazione appartenente al territorio
che ne delimita i confini.
Comuni e Province appartengono ad un’ulteriore, più estesa
realtà territoriale, la Regione, che in seguito alla riforma
della Costituzione realizzata nel 2001, volta a dare maggiore risalto
alle autonomie locali, ha rilevato gran parte del potere di fare le
leggi, già spettante preminentemente allo Stato,con un ribaltamento
percentuale delle materie già di rispettiva competenza..
Quest’ultimo si è riservato soltanto le materie essenziali
per la conservazione della propria struttura unitaria ( quali ad esempio
:giustizia, difesa, moneta, fi nanza, esteri, ordine e sicurezza pubblica,
leggi elettorali…),lasciando alla prima la disciplina di tutto
il resto.
La valorizzazione delle autonomie locali è stata ideata con
l’intento di non arrecare pregiudizio alla struttura generale
dello Stato, che deve poter marciare “ad una sola velocità”,
in armonia con i principi della nostra Costituzione.
La Regione, dotata di autonomia finanziaria, è rappresentata
dal Presidente della Giunta il quale, eletto direttamente dal popolo,ne
dirige la politica; mentre il Consiglio regionale è titolare
del potere legislativo nell’ambito locale di sua competenza.
Molte leggi regionali possono essere decise in piena autonomia; alcune
altre debbono invece rispettare i principi generali fi ssati dallo
Stato, che necessitano di uniformità in tutto il territorio
nazionale, e nel cui ambito le Regioni possono solo determinare i
dettagli, in armonia con le singole realtà locali (es.: sicurezza
del lavoro alimentazione, salute, sport, vie di comunicazione…).
Per garantire un generale equilibrio anche in campo economico, a livello
nazionale lo Stato gestisce un “fondo perequativo”, utilizzabile
in favore delle aree depresse.
In tal modo si vuol promuovere lo sviluppo del benessere, la coesione
e la solidarietà fra tutti gli italiani, rimuovendo gli squilibri
economico-socialiche potrebbero altrimenti derivare dall’accentuazione
delle autonomie recentemente configurate.
Continuando a salire per i gradini di un’immaginaria scala,
dopo il singolo, la famiglia, il Comune, la Provincia e la Regione,
troviamo lo Stato, che nell’Ottocento e sino alla metà
del secolo scorso, era ritenuto di per sé un’entità
superiore cui doveva uniformarsi il cittadino. In seguito è
venuta a prevalere l’opposta concezione,che giustamente ha esaltato
la centralità del cittadino,rispetto al quale lo Stato è
solo un mezzo per poter realizzare una civile convivenza nella libertà
e nell’ordine., e quindi la piena affermazione dei diritti dell’individuo.
La libertà dei cittadini è garantita dal reciproco bilanciamento
dei tre poteri fondamentali dello Stato: il legislativo (che è
quello in cui si manifesta in pieno la sovranità), l’esecutivo
ed il giudiziario.
L’organo legislativo più importante è il Parlamento
nazionale, formato dal Senato e dalla Camera dei Deputati, in rappresentanza
della volontà popolare, al quale Parlamento spetta anche il
compito di eleggere il Presidente della Repubblica.
L’organo esecutivo è il Governo, che amministra lo Stato
nell’ambito delle leggi ed elabora la politica interna ed estera
in generale. Esso è presieduto dal Presidente del Consi-glio
ed è composto dai vari Ministri competenti nelle materie loro
assegnate (es. Difesa, Esteri, Interni, Sanità, Istruzione…).
L’organo giudiziario è la Magistratura, che amministra
imparzialmente e con assoluta indipendenza degli altri due poteri,
la giustizia civile, penale ed amministrativa.
Elemento di raccordo fra i tre poteri citati ed al di sopra di essi,
è il Presidente della Repubblica, che rappresenta l’unità
della Nazione ed è il garante supremo del rispetto della Costituzione,
sulla cui osservanza vigila altresì la più alta magistratura:
la Corte Costituzionale.
In un’ideale piramide di regole da considerare, questa volta
dall’alto verso il basso per ordine di importanza, troviamo
appunto la Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1948,
cui devono uniformarsi tutte le leggi della Repubblica.
La Costituzione, a sua volta, non è dogma immutabile, ma è
un complesso di norme fondamentali la cui ragione ultima è
data dal rispecchiare i valori, i sentimenti, i costumi ed il pensiero
del popolo italiano. Nel momento in cui questa corrispondenza dovesse
venire a mancare, le regole codifi cate risulterebbero irragionevoli
e non più condivise, per cui andrebbero in tutto o in parte
cambiate.
Rispetto alla vecchia costituzione monarchica (Statuto Albertino),
quella attuale ha accolto nuovi valori come il diritto al lavoro,
la famiglia, la tutela
della salute, la promozione della cultura e della ricerca scientifi
ca, la protezione delle minoranze, la pluralità degli enti
intermedi tra lo Stato ed il cittadino (es. le Regioni).
Tuttavia vi è una continuità ideale tra i valori cari
ai nostri avi e quelli in cui tuttora si riconosce ed ai quali .aderisce
la maggior parte degli italiani (come la fede in Dio,nella Patria
e nella Famiglia).
Tra i principi essenziali che caratterizzano la nostra nazione, la
Costituzione enuncia quello che l’Italia è un Repubblica
democratica, fondata sul lavoro; la tutela dell’ iniziativaeconomica
e della proprietà privata nel quadro più ampio della
loro utilità sociale.; la promozione del risparmio e della
cooperazione, che concorrono sia al benessere individuale, che a quello
della collettività nel suo insieme.
Si pone in prima evidenza il principio che la sovranità appartiene
al popolo ed il riconoscimento dei diritti inviolabili dell’uomo,
con pari rilievo dato al precetto dell’adempimento dei doveri
inderogabili della solidarietà politica, economica e sociale.
I cittadini hanno uguale dignità senza distinzione di sesso,
razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali
e sociali. Sono garantite la libertà religiosa, di riunione,
di circolazione, di associazione, di stampa: in sintesi tutte le manifestazioni
della libertà in genere, il cui esercizio individuale deve
armonizzarsi con quello di analogo contenuto spettante agli altri.
Nei rapporti internazionali, è sancito il ripudio della guerra
come mezzo per risolvere i confl itti tra le Nazioni.
Lo Stato italiano fa a sua volta parte del più ampio contesto
dell’ l’Unione Europea, la quale non è una semplice
aggregazione economica, ma è la risultante di vincoli spirituali
derivanti dalla comune fede cristiana e da una tradizione giuridica
che a vario titolo va ricondotta al diritto romano,da cui scaturisce
l’affermazione della centralità dei diritti fondamentali
e della di-
gnità dell’Uomo.
L’Unione europea è pertanto chiamata prima di ogni altro
soggetto a svolgere in sede internazionale un ruolo strategico per
la pace e la concordia tra le genti, agevolata in ciò dalla
propria storia di Continente che è stato da sempre un crocevia
ed un punto di incontro tra le diverse civiltà.
Tra i Paesi che ne sono entrati a far parte (oggi sono 25) da quasi
60 anni non vi sono state più guerre e sono state valorizzate
le comuni radici giuridiche, culturali e cristiane nei principiguida
che ispirano la progettata Costituzione europea: dignità umana,
diritti fondamentali, democrazia, statodi diritto, tolleranza, rispetto
degli obblighi internazionali.
Più ampia dell’Unione Europea è l’O.N.U.,
cui appartengono quasi tutti gli Stati del mondo, sorta subito dopo
la fi ne della seconda Guerra mondiale allo scopo di risolvere i confl
itti internazionali attraverso lo strumento della mediazione pacifi
ca, nonché di promuovere ovunque l’affermazione dei diritti
fondamentali, il progresso sociale, la cooperazione e l’autodeterminazione
dei popoli.
Tuttavia l’O.N.U. è rimasta spesso paralizzata nei suoi
interventi umanitari dal diritto di veto spettante alle grandi potenze
(U.S.A., Russia, Cina, Francia, Inghilterra), per cui è in
atto una rifl essione a livello internazionale per ridefi nirne i
compiti ed i poteri, tenendo presente che anche nello scenario delle
relazioni fra le Nazioni, non è più la sovranità
dello Stato entro i propri confi ni la priorità assoluta da
tener presente, bensì la tutela e la promozione della dignità
della persona. Ove questa venga calpestata da una dittatura, cioè
da un regime privo del consenso del cittadini, quest’ultima
può essere lecitamente rovesciata per ripristinare la libertà
e la democrazia, cioè per consentire al popolo di riappropriarsi
della sovranità che gli appartiene e di cui è stato
spogliato...