La cena
Por Ana Mafalda Leite
La tavola era apparecchiata,
io stessa avevo disposto i piatti, i bicchieri, le posate, i tovaglioli
per labbra purissime, rassegnata a fare parte di un mondo certo e
reale, lo aspettavo per cena da anni, il desiderio di mangiare con
lui era cresciuto, e mi stava prendendo al seno, tanto che ora avevo
voglia di gridare, Cosa mangerai? presto ti sarà noto il primo
piatto di questa notte, profumata abbandonata solitaria palpitante,
vestito nero, un solo guanto nero alla mano sinistra, collare di silencio,
le mie anime se dibattevano dentro di me e si trascinavano dietro
di me como una coda pelosa, mi avvicinai alla fi nestra, guardavo
la strada, accesi una sigaretta, fumavo, Tutto è lì
in tua attesa, il fumo, i capelli trattenuti, trascinavo il mio cuore
incosciente appeso alla mia estremità, umido, il campanello
suonò, le otto, aprii la porta, i suoi occhi acquamarina erano
corpo che mostrava lo spirito, uno specchio sorprendente e dietro
un uomo, i due lievemente ubriachi di qualcosa che non so, Ha portato
un amico, quando chiusi la porta sentii una lama serrare a chiave
il mio corpo e rivoltarmi, lamico dietro di lui come la sua ombra
e la sua salvezza, pezzi di me in ogni dove e io così abbandonata,
un gesto qualsiasi, Mi sento stranamente distante, loro bevevano whisky,
sembravano far parte del mondo reale, i loro corpi e i loro volti
a poco a poco mi si illuminavano, ma ancora cerano ombre, le nove,
corpi vivi e veri di uomini, perché ha portato un altro, ha
paura di me? le parole, i sorrisi, le occhiate furtive alle pareti
della casa, tutto era talmente profondo, un rifl esso di luna accende
il mare e lo rende di un nero sommerso, loro non volevano perdere
nessun dettaglio di me come se fossi una cacciatrice e loro due prede
affondate nel sofà, belli e nervosi, ubriachi di me in questo
momento, le undici, Questo è il mondo, questo sono io, Mi piace
guardare dalla fi nestra di me stessa, Mi vado a mettere una maglia,
loro bisbigliavano
nella sala, quando ritornai smisero, vinta, Sento molto freddo nei
capelli, Accendimi la sigaretta, mezzanotte, guardavano lorologio,
guardavano la tavola, piatti puliti, forchette, due calici, due di
notte, due coppe femmine ubriachi di vino del corpo della donna, se
ne andarono credendo di non aver consumato nulla, nessuna cena, ho
dimenticato di dire che la cena ero io.