Porto Venere e le Cinque
Terre
Milva
Scorpioni
Quando
si ascoltano alla radio i bollettini sulla situazione del traffico,
scopriamo che cè sempre un ingorgo nei pressi di Genova,
o di Savona
.o di Sestri Levante. Il perché lo si intuisce
guardando la mappa della Liguria
rilievi a nord, mare
a sud, insomma, una striscia di terra montagnosa e collinare stretta
tra una costa, prevalentemente rocciosa, e la montagna. Confinante
con Francia, Piemonte, Toscana ed Emilia Romagna, la Liguria si percorre
quasi solo da est a ovest e viceversa, a meno che ci si voglia avventurare
a nord, sugli Appennini liguri, percorribili attraverso ottime strade
statali, dove si possono ammirare boschi di faggeti e ruscelli limpidissimi.
Ma il nostro itinerario, questa volta, comprende Porto Venere e le
Cinque Terre, un tratto di costa oltre il Golfo di La Spezia, famoso
per la sua costa impervia, i pittoreschi villaggi di pescatori, il
mare pulitissimo. Senza lasciarci scoraggiare dai bollettini del traffico
percorriamo lautostrada che da Firenze porta a La Spezia e usciamo
per Lerici, dove decidiamo di pernottare. Da qui è possibile
raggiungere Porto Venere in venti minuti.
Lerici, denominata la perla del golfo, si affaccia sul mare da un
promontorio roccioso, ed è sovrastata dal castello perfettamente
conservato. Gli edifici che guardano il porto hanno un profilo stretto
e verticale, coloratissimi, dei colori della frutta mediterranea
giallo
limone, rosso cocomero, albicocca
..
Nata come avamposto militare a protezione del territorio, Lerici si
è sviluppata come paese di pescatori, così come Porto
Venere, e gli altri villaggi denominati delle Cinque Terre: Riomaggiore,
Menarola, Corniglia, Vernazza, Monterosso, tutti variopinti come le
barche di pescatori allineate negli immancabili porticcioli. Ad eccezione
di Porto Venere e di Monterosso, gli altri centri sono poco attrezzati
dal punto di vista alberghiero, la difficile accessibilità
via terra, e la mancanza di spazio per nuove costruzioni, ha preservato
questi luoghi dal turismo di massa, lasciando vivere la loro tipicità.
La prima bella scoperta che facciamo è che da Lerici possiamo
dimenticarci dellautomobile, potendo scegliere di raggiungere
i villaggi in treno o in battello. Decidiamo per il battello, prima
tappa Porto Venere; anche qui ci accolgono le case colore pastello
del porto. Sembra servissero ai pescatori per riconoscere la propria
anche a distanza. Risaliamo le stradine del borgo, dette crose
fino alla cima del promontorio per visitare il castello, la bella
chiesa gotica di S. Pietro, la splendida baia dei poeti, nella parte
ovest, che ispirò artisti come Lord Byron.
Riscendiamo verso il molo, dove in uno dei tanti ristoranti, ci fermiamo
ad assaggiare qualcuno dei piatti a base di pesce di mare: moscardini
alla spezzatina, zuppa di datteri, scabeccio, tagliolini ai gamberi
e frutti di mare, alici marinate alla mostarda. Anche le cose più
semplici hanno sapori intensi e raffinati allo stesso tempo. Beviamo
un ottimo bianco dei Colli di Luni. Scopriremo che da queste parti
è difficile trovare pessimi ristoranti. Per finire chiediamo
uno Sciacchetrà, un vino dolce passito che non ha niente da
invidiare a tanti famosissimi cugini francesi.
Lasciamo Porto Venere. Se si avesse abbastanza tempo, si potrebbe
percorrere a piedi la costa lungo un sentiero stretto che si snoda
attraverso zone selvagge e boscose, vigne e olivi coltivati a terrazzo.
Come il percorso dellamore, scavato nella roccia, tra i più
belli di tutta la Liguria, che collega Riomaggiore e Menarola, forse
il più pittoresco dei villaggi delle Cinque Terre. Tuttavia,
dato il tempo a disposizione, decidiamo di continuare in battello,
anche perché la vista della costa aspra, dal mare, è
davvero scenografica. Attracchiamo per qualche tempo in ogni villaggio,
finchè arriviamo a Monterosso. E già pomeriggio
inoltrato, ma invece del solito caffè decidiamo di fermarci
a riposare in unenoteca del centro storico, i bei tavoli di
legno ci accolgono sotto una pergola fiorita, proviamo una bottiglia
di Pigato, un vino bianco dallaroma fruttato.
Monterosso è lunico dei villaggi ad avere una vera spiaggia
con sabbia. Una piazza larga e quadrata con un porticato interessante,
piccoli negozi di specialità e botteghe artigiane. Si respira
unaria familiare, come se tutti si conoscessero, quasi ci si
saluta tra sconosciuti. Tentando di scattare alcune foto, attacchiamo
bottone con degli anziani seduti sul molo, si mettono in posa, ridono,
si prendono in giro. Chi ha detto che i liguri sono scostanti? Ci
salutiamo con grandi strette di mano e riprendiamo il battello per
Lerici.