Dalle luce il
volto breve
mi saluta tra i cespugli. Balla come
nave nel torbido
chiarore del pomeriggio. Luce misteriosa luce, fermo
segnale sulla non ascosa confusione del mondo, fi nestra
spalancata sull’ampiezza degli oceani. Vieni. Tu che
sempre ti nascondi e ti palesi quando il sole era una
fi accola incandescente e la brezza sfociava lentamente
sul mio corpo. Vieni, portami le grida dei ragazzi al porto,
i rifl essi del legno di unm veliere, il molo, le casupole,
le acque. Ah, portami tutto ciò che innanzi mi rese pien
di gioia! Tutto quanto in terra mi è toccato dalla fortuna.
Ma, se per caso, ciò non potessi, portami, almeno, e
leggermente, la dignità nella morte