Rumori
di Fondo
Francesco Trento
Siamo a metà del
secondo film quando un black out ci lascia privi di alibi. Anche il
ronzio del frigo sè zittito, e non vè più
riparo, nessun rumore tra i nostri corpi nudi, nulla che offra, garantisca
oblìo.
Da mesi ormai ci trasciniamo da un film allaltro, da una canzone
allaltra, pur di non dirci nulla. E un mondo solo di vezzeggiativi,
anche adesso ne consumiamo qualcuno già liso e sfibrato dal
tempo.
Le labbra di Laura sul collo sono una richiesta daiuto che non
so raccogliere, così finisco per alzarmi e andarmene in finestra.
Comè?, domanda Laura..
Buio tutto il quartiere, le rispondo. Poi stiamo due minuti
zitti e fermi, mentre il silenzio ci racconta calmo tutto ciò
che non siamo più.
Alessio, vieni qui, dài, torna a letto. La voce
è quasi un soffio, una preghiera.
Ci nascondiamo in un amplesso muto, ma è come spostare il re
sulla scacchiera in attesa del matto. Cerco parole damore che
devo aver smarrito in qualche smagliatura dellanima. Vi trovo
soltanto una gran pena di noi, ma non parole e gesti per agirla.
E nel vano rifugio dun abbraccio sento lintera vita sfaldarsi,
non ho più un nome né unidentità.
Le mani di Laura tentano timide la strada dei miei fianchi: è
più un estremo appiglio che un gesto di lussuria. E la luce
che rigiunge improvvisa dalle finestre mi pare fissare il suo orgasmo
in un grido muto di sollievo, mentre il suono degli elettrodomestici
che tornano in vita dice che forse siamo salvi, cè tempo
ancora, ancora tempo per tacere.