Mario Praz,
un italiano da conoscere
Flora de Paoli Faria
L'inaugurazione
a Roma, nel 1995, del Museo Mario Praz potrebbe sembrare che finalmente
sarebbe arrivato il momento in cui la critica italiana avrebbe riconosciuto
limportanza di Praz per questa cultura. Però quello che
ocorre nella pratica non ci permette identificare nei diversi lavori
da noi letti, uno che sia in condizione di riscattare il carattere
pluralistico dellopera praziana.
Lesteta italiano nato nel 1896 e morto nel 1982, sebbene si
sia fatto vedere, durante il suo lungo arco di vita, nelle eleganti
vesti di saggista, di critico, di teorico, di professore, di collezionista
e di specialista in varie forme darte, non ha ricevuto mai in
Italia lo stesso trattamento riservatogli in altri paesi, come è
il caso della Francia, dellInghilterra e degli Stati Uniti.
La maggior parte degli studi critici sullopera di Praz prende
in considerazione soltanto gli aspetti più appariscenti del
testo, senza la minima preoccupazione di attingere la sua globalità.
Di solito, quello che viene messo in risalto è il pittoresco
ed eccentrico che coinvolge la mitica figura dellesteta.
È curioso osservare che lo stesso disinteresse e negligenza
che riconosciamo nei confronti dellopera di Praz si ripete con
lestetica decadentista, visto che la ripresa degli studi su
questo tema è ancora molto recente in Italia. Per quanto riguarda
il decadentismo è opportuno ricordare che, forse, il più
importante contributo per una seria e vera valutazione di questa estetica
venga fornito dallo stesso Praz, con la pubblicazione, nel 1930, del
suo primo libro, La carne, la morte e il diavolo nella letteratura
romantica, che si occupava degli aspetti più esacerbati e perversi
del romanticismo che finiranno per condurre al decadentismo.
La pubblicazione del libro suscita una forte reazione da parte del
decano dei critici dellepoca, Benedetto Croce, che giudica lopera
superficiale, priva di metodo. Lopinione di Croce si basava,
principalmente, nel capitolo che Praz dedicava allo studio di Gabriele
dAnnunzio e del decadentismo, che secondo lui, è una
corrente artistica intensamente marcata dalle esagerazioni e dalle
bizzarrie, dove restava evidente il disinteresse per le tematiche
sociali, senza apportare nessun contributo valido agli studi letterari.
É bene ricordare che i difetti indicati da Croce nel libro
di Praz furono considerati qualità dagli studiosi europei.
Finora, anche in Brasile, il primo libro di Praz viene riconosciuto
come un importante contributo agli studi delle arti e, in particolare,
della letteratura, come testimone ricordiamo la sua traduzione in
portoghese, fatta da Philadelpho Menezes, pubblicata dallUNICAMP
nel 1996.
Lantipatica posizione assunta da Croce per quanto riguarda il
testo di Praz si estende allautore, generando gravi pregiudizi,
in cui Praz appare come uma specie di Innominato moderno,
versione attualizzata dello iettatore, visto che il solo
nominarlo produceva le più inaspettate reazioni. Proprio per
questo perfino i suoi amici lo chiamavano semplicemente il Professore,
evitando così di pronunziarne il nome.
In difesa di Praz, dobbiamo aggiungere che il libro che ha provocato
questa violenta reazione di Croce rappresenta, senza dubbio, un validissimo
strumento di decodificazione della letteratura contemporanea, registrando,
in molte situazioni, comportamenti già vissuti in altri periodi
storici, principalmente per quanto concerne il rapporto letteratura/arti
figurative.
É
doveroso sottolineare che il tessuto testuale che struttura lopera
di Praz mette in luce um meccanismo singolare di sovrapposizione di
trame, caro agli scrittori decadentisti, che costituisce a sua volta
un raffinato giuoco semiologico di incroci, messo in mostra, soprattutto,
nella composizione degli spazi interni ed esterni, che finisce per
sfociare in un discorso peculiare che ricorda nelle parole
di Paola Colaiacomo un edifício gotico o neogotico.1
Ci sarebbe ancora molto da dire per quanto riguarda la posizione occupata
da Praz nello scenario culturale italiano, ma preferiamo farvi conoscere
opinioni di importanti critici come Alberto
Asor Rosa e Ettore Finazzi-Agrò, che hanno partecipato della
confezione e della presentazione del libro bilingue, Mario Praz: o
olhar do inomeável e a estetização do espaço/Mario
Praz: lo sguardo dellinnominato e lestetizzazione dello
spazio, ora presentato in Brasile, che riguarda la ricerca di Pós-Doutorado,
svolta in Italia, negli anni 1998/1999, finanziata dal CNPq, la cui
edizione conta anche con lappoggio economico dellIstituto
Italiano di Cultura di Rio de Janeiro. La presentazione del libro
avverrà il 2 dicembre prossimo, alle ore 18:30, al sopraccitato
Istituto.