Le Gravine
Ginosa
Milva Scorpione
Arriviamo
in serata a Ginosa, in Puglia. Abbiamo viaggiato per 5 ore in auto,
partenza da Roma, in un caldo pomeriggio di luglio. Siamo in provincia
di Taranto, esattamente a nord-ovest, a soli 27 Km da Matera, conosciuta
come la cittá dei sassi. Risalendo la collina,
dalla strada che ci porta al centro di Ginosa, cerchiamo con lo sguardo
la Gravina, il piccolo canyon a ferro di cavallo che circonda la cittá
dal basso. Nella notte scorgiamo un paesaggio lunare, la roccia chiara
e scoscesa forma la parete di un burrone, una specie di girone dantesco,
la Gravina, appunto. Qui Pasolini filmó Il Vangelo secondo
Matteo.
Lindomani ci svegliamo in una Ginosa cosparsa di sole, le case
bianchissime, pitturate a calce contrastano con il cielo blu intenso.
Dalla parte nord della cittá si puó osservare un panorama
ampissimo che va dalle Murge al Golfo di Taranto. Il terrazzo della
bellissima casa dove siamo ospitati guarda direttamente su una parte
della Gravina. Illuminata, non è meno affascinante e misteriosa.
Le Gravine sono delle
incisioni rocciose, dei veri e propri canyons, che possono raggiungere
anche i 100 metri di altezza. Sembra si siano formate circa 1 milione
di anni fa grazie allerosione pluviale della roccia calcarea.
Quella di Ginosa, tra le piú interessanti, non è che
una delle Gravine sparse su un territorio che comprende Puglia e Basilicata,
presso le cittá di Altamura, Gravina di Puglia, Laterza, Castellaneta,
Mottola, Massafra e altre.
Quello che aveva attirato la nostra curiosità, tuttavia, era
soprattutto il fatto che le Gravine fossero costellate di caverne
naturali, plasmate dalluomo e adibite, nel corso di millenni,
ad abitazioni, negozi, depositi, stalle e persino conventi e chiese.
Giá nel paleolitico, nelle gravine nacquero dei veri propri
centri abitativi originali in cui si svilupparono le cosiddette civiltá
rupestri (da rupe, cioè roccia) di cui Matera, in Basilicata,
è certo lesempio piú importante (dal 1993 é
dichiarata dallUnesco patri-monio mondiale dellumanitá),
ma non unico, in quanto parte di un vero e proprio parco archeologico
esteso per una regione di centinaia di km e non ancora adeguatamente
esplorato dal punto di vista turistico.
Le varie cittá dei sassi hanno continuato ad ospitare,
benché in misura ridotta, vita civile ed organizzata fino a
pochi decenni fa, quando il fascismo, non riuscendo a coglierne lenorme
valore culturale, sociale e archeologico dichiaró Matera una
vergogna nazionale, non accettando che in un paese che tendeva
allindustrializzazione vi fossero comunitá che vivevano
ancore nelle grotte
Forse uno dei motivi principali che spinsero gli abitanti di queste
aree a scegliere le grotte fu la necessitá di difendersi dalle
invasioni di eserciti stranieri e quindi dalle distruzioni e dalle
razzie. Oltre ai Greci, vi sono arrivati i Romani, i Goti, i Longobardi,
i Normanni, i Saraceni. Ma è soprattutto tra il V e il X secolo,
in un periodo di particolare instabilitá economica e politica
che le popolazioni cercarono rifugio nelle grotte. NellVIII
sec. molti monaci greci, perseguitati dalla lotta iconoclasta di Leone
III Isaurico, ripararono nelle grotte pugliesi, fondando dei veri
e propri conventi decorati ed affrescati con numerose immagini di
Cristo, la Vergine e vari santi orientali. La regione delle Gravine
ospita tuttoggi una vera e propria pinacoteca sotterranea, purtroppo
poco nota al grande pubblico.
Di mattina presto, per evitare il caldo estivo, scendiamo nella Gravina
di Ginosa. I viottoli sono quelli utilizzati da centinaia di anni,
una sorta di scalini scavati nella roccia calcarea, fino ad arrivare
sul fondo pianeggiante del burrone. Si respira odore di erbe aromatiche,
specie il finocchio, qualche cane randagio ci segue senza ostilitá.
La maggior parte di queste grotte hanno ospitato bestiame fino pochi
anni fa: pecore e muli, sopratutto. Appare ancora chiaro che la gravina
albergava una comunitá salda e articolata nellorganizzazione:
si indovinano sistemi di canalizzazione dellacqua, cisterne,
muretti di cinta per gli orti. Entriamo nelle case, oggi completamente
vuote, osserviamo che sono quasi tutte costituite da un solo ambiente,
il camino è scavato nella roccia, cosí come i ripiani
e gli spazi per gli utensili. Spesso le case sono ampliate da un avancorpo
in muratura di tufo, girato a volta. Anche lingresso originale
è ampliato con una costruzione in tufo.
Tuttavia, per raggiungere le grotte, spesso, dobbiamo camminare tra
lerba alta, a volte le entrate sono ostruite da arbusti spinosi.
Il senso di abbandono puó sollecitare nel viaggiatore un certo
spirito di avventura e di scoperta, daltra parte, peró,
dispiace che ancora oggi un patrimonio cosí bello e importante
non sia convenientemente recuperato e fatto conoscere in Italia e
allestero.