L'insegnamento
dell'Italiano in Brasile
Jaci Correia Fernandes
La
riflessione sull’insegna-mento della Lingua Portoghese ci conduce
a un consenso: un rinnovamento si impone. Un rinnovamento in profondità,
coinvolgendo il problema nel suo insieme. Si rende necessario che
l’insegnante sia consapevole del suo ruolo di agente di trasformazioni
e stia pronto per rappresentarlo.
Siccome alla base di ogni atto umano c’è sempre un atteggia-mento
ideologico, c’è bisogno, prima di tutto, di una definizione
di principi che giustifichino la condotta dell’insegnante in
classe. Purtroppo, il contesto familiare, sociale e profissionale
poco ha cooperato per il raggiungimento del dominio della lingua nazionale.
Le sollecitazioni della vita attuale non conducono a pratiche che
possano arricchire la competenza comunicativa. Quindi, competerà
alla scuola, e particularmente, all’insegnante della scuola elementare,
affrontare questa sfida.
All’origine, le conquiste scientifiche (linguistica, sociolin-guistica,
psicolinguistica e neurolin-guistica) dovrebbero contribuire per far
crescere il livello sociale e rendere più facile i processi
d’acquisizione delle conoscenze e espressioni dei beni culturali
di un popolo... Gli insegnanti però, in linea di massima, non
sanno ancora come sfruttare queste conquiste nel suo lavoro pedagogico
dell’insegna-mento della Lingua Portoghese. Ciò che si
verifica nelle classi è la condanna radicale della gramma-tica
tradizionale a causa della super valutazione delle più recenti
teorie linguistiche, generalmente poco asimilata e impiegata con successo;
D’altra parte, si ignora che il rifiuto alla grammatica tradizionale,
sebbene abbia avuto qualche esito in altri momenti, richiede letture
nuove, nuove prospettive perché possa soddisfare ai bisogni
attuali dei suoi utenti.
Uno degli elementi da considerarsi qui è l’idioma: il
modo in cui veniva praticato trent’anni fa, era in certa misura
adeguato alla realtà sociale e culturale dell’epoca. L’insegnante
non conosce la storia sociale dello svolgimento della lingua. C’era
tempo e occasione per l’uso sociale del linguaggio orale. La
grammatica tradizionale si rispecchiava nelle abitudini, dove un’élite
colta praticava la modalità scritta più frequentemente
nel componimento di lettere, diari intimi e poesie. Nel linguaggio
orale, si valutava il “ben parlare”, raffinato e sorvegliato,
modellato nel linguaggio scritto.
Oggigiorno la situazione è cambiata. Nel mondo “globa-lizzato”
sono cambiate le scuole, l’allievo e l’insegnante. Le differenze
del contesto sociale, economico e culturale esistono, e sono tante,
riguardo all’allievo e anche all’insegnante. Queste differenze
impediscono molte volte un lavoro efficace il cui favorisca le condizioni
di apprendimento e di sviluppo del ragionamento. I mass media veicolano
contemporaneamente varie modalità di linguaggio, un più
comoda, come quella orale spontanea, la visiva e, più recentemente
quella del computer.
C’è stata, quindi, a nostro avviso, un cambiamento di
forme di vita, di procedimenti di accesso ai beni culturali e all’aggiustamento
delle abitudini linguistiche.
Un altro aspetto da considerarsi é che dalla massificazione
e decadenza della scuola pubblica emerge una nuova clientela, con
poche risorse finanziare, minor prestigio sociale, spensierata del
modo di parlare e con registri orali abbastanza distanti da quelli
preconizzati dalla lingua standard. Sebbene esistono innumerevoli
proposte di invito alla lettura, si legge ancora molto poco (Geraldi).
Soltanto la scuola continua, e in modo precarissimo, con la sua funzione
di sviluppare il linguaggio orale nelle sue più distinte forme;
ma essa non ha l’appoggio familiare e sociale.
Come abbiamo già detto sopra, è urgente una proposta
di cambiamento tanto per la scuola (insegnamento) come per l’insegnante;
un cambiamento però equilibrato, che prenda in considerazione
i valori del passato, arricchendoli nel presente. É in questo
punto che la linguistica ci fornisce sussidi, ci sostiene. Non si
tratta di abbandonare o modificare la grammatica, che non è
un fine in se stessa. Quello che si propone è che l’insegnante
cerchi attraverso conoscenze più precise del linguaggio odierno,
dati più approfonditi sul sistema di funzionamento della lingua;
che capisca che sotto l’influenza dell’insegnamento ufficiale
si acquisiscono false idee dei problemi del linguaggio, perché
non sono considerati la varietà linguistica, i processi di
apprendimento e i livelli di svolgimento cognitivo.
Alla luce di queste considerazioni e riflessioni, avvertiamo che l’insegnamento
della lingua non può rimanere dentro un campo ristretto. Soltanto
attraverso le modalità di motivazione giungeremo l’insegnamento
produttivo, nel quale deve esistere l’inter-relazione scuola-vita.
Nostra proposta d’insegnamento si basa sulla tecnica di lettura,
tenendo presente il livello di comprensione, e cerca anche di costruire
e rendere valida una metodologia d’insegnamento con l’utilizzazione
di canzoni brasiliane ed italiane. Certi procedimenti pedagogici saranno
riscattati dalla tesi di master, approvata nel 1986. Saranno esaminati,
attraverso un processo contrastivo, gli aspetti linguistici trovati
nelle canzoni brasiliane e italiane. Abbiamo anche l’intenzione
di profittare le esperienze acquisite nelle lezioni fatte agli allievi
del corso di laurea in italiano.
Tenendo presente che il popolo brasiliano é segnato da una
forte tendenza musicale, che l’avvicina più ancora al
popolo italiano, e tenendo anche conto la componente etnica di matrice
italiana, si giustifica, così, il nostro interesse per la ricerca
scientifica sulla ricettività delle canzone italiane in Brasile,
in particolare, da parte degli studenti brasiliani che si dedicano
allo studio della lingua e della cultura italiana.
Verificati i procedi-menti d’entrata delle parole delle canzoni
italiane nel contesto culturale dello studente brasiliano di italiano,
sarà necessario per la nostra proposta uno studio contrastivo
fra i meccanismi linguistici delle canzoni brasiliane e italiane per
verificare qual’è il genere musicale di maggior interesse
fra gli studenti.
La nostra esperienza di classe ci induce a concludere che le canzoni
di maggior ricettività sono quelle che si fondano sul repertorio
tradizionale. Ciò, nonostante, tale affermazione è ancora
priva di un riscontro scientifico. Non sappiamo, fino ad ora, se le
canzoni contemporanee, per esempio, quelle interpretate da Laura Pausini,
esercitano la stessa influenza delle canzoni già consagrate
dalla tradizione populare.
L’originalitá della ricerca può essere fortificata
dal fatto che famosi cantanti brasiliani hanno interpretato con successo
musiche del repertorio italiano. Questo procedimento può essere
verificato nel contesto italiano, quando cantanti dell’altezza
di Mina, interpretano un intero CD con canzoni brasiliane, in portoghese.
Per raggiungere i nostri obiettivi, cercheremo di stabilire un quadro
riassuntivo del canzoniere popolare brasiliano di maggior freguenza
in classi rivolte all’insegnamento/apprendimento di lingua portoghese.
In seguito, useremo lo stesso procedimento con il canzoniere popolare
italiano, perché si possa realizzare l’analisi contrastiva
delle distinte manifestazioni culturali.
La base teorica per l’utilizzo delle canzoni sarà la ricerca
attraverso l’audizione e esibizio-ne di cassette e videocassette,
contenenti canzoni brasiliane e italiane, nelle lezioni-pratiche degli
allievi dei corsi di laurea in Lingua Portoghese e Lingua Italiana.
Le questioni relative all’approccio riguardanti le canzoni brasiliane
avranno come base le opere di Travaglia, Demo e Marco Bagno fra altri.
Riguardo alle canzoni italiane osserveremo le teorie proposte da Lidia
Costamagno, dell’Università per Stranieri di Perugia e
Paolo Balboni, dell’Università di Venezia.
Abbiamo l’intenzione, con questo lavoro, di stimolare la sensibilità
degli allievi per i fatti della lingua portoghese e italiana, svegliando
il loro spirito critico di frente alle moltiplici richieste e appelli
a cui quotidianamente sono sollecitati dai mass media.