Panorama della traduzione
nel mondo
Marie-Hèlene
Tores
Dati affi dabili sono una
condizione per qualsiasi ricerca scientifi ca, specialmente per le
ricerche sui Translation Studies. La base dei dati più rispettabile
e internazionalizzante della traduzione è senz’altro
l’IndexTranslationum dell’UNESCO (http://databases.unesco.org/xtrans/xtra-form.html).
Pubblicato per la
prima volta nel 1932 l’Index Translationum, il cui obiettivo
era quello di essere un catalogo e non una statistica, rappresentava
un’iniziativa della Società delle Nazioni (1919-1946)
e registrava le traduzioni pubblicate in Germania, Spagna, Stati Uniti,
Francia, Gran Bretagna e Italia. Per via della Seconda Guerra Mondiale
il lavoro dell’Index è stato sospeso nel gennaio del
1940; fino a quell’anno erano state registrate le traduzioni
di 14 paesi. Nel giugno del 1945 invece, una riunione dei ministri
dell’istruzione degli alleati ha determinato la continuazione
Index, da quel momento in poi sotto la responsabilità dell’UNESCO.
Nel 1948 è
stato pubblicato il primo volume del dopoguerra dell’Index con
8.570 inserzioni provenienti da 26 paesi. Fino al volume 39 (60.543
inserzioni
di 56 paesi), l’Index è stato stampato. Dal 1993 viene
pubblicato su CD-ROM, e oltre che come banca dati online con le informazioni
dal 1979 in poi. Oggigiorno l’Index comprende 1.550.000 titoli;
vi sono registrati 250.000 autori e circa 500 lingue. Le informazioni
sulle traduzioni sono: nome dell’autore, titolo della traduzione,
nome del traduttore, nome della casa editrice, anno di pubblicazione,
numero di pagine, lingua e titolo dell’originale.
Le cifre dell’Index
vanno però interpretate con cautela, dato che certi paesi,
come osserva Mounin, “hanno fornito per molti anni statistiche
incomplete, mentre altri le hanno date troppo complete poiché
includevano nella loro enumerazione tutte le traduzioni in tutte le
lingue straniere eseguite sul territorio nazionale” (Teoria
e storia della traduzione,1965: 14)
Benché i dati
dell’Index siano incompleti perché c’è una
percentuale di libri tradotti che non si trovano nel conteggio dell’UNESCO,
le cifre sono rappresentative e servono inoltre come base alla conoscenza
dell’evoluzione della traduzione nel mondo, visto che oltre
ad essere un arduo compito, costituisce uno studio mai eseguito e
che può offrire alle lingue e alle culture coinvolte un panorama
di quel che si traduce nel mondo.
A partire dai dati
dell’Index Translationum dell’UNESCO, si è potuto
verifi care
che la categoria letteratura è quella più tradotta nel
mondo nel periodo 1979-2005, con 757.327 pubblicazioni. Questa cifra
rappresenta la metà di tutto quello che è stato tradotto
in questo periodo.
Questi dati comprovano
che la letteratura, almeno per quel che riguarda gli ultimi tre decenni
del XX secolo, è tra tutti i “generi” della classifi
cazione decimale (CDU) ilpiù tradotto, il che giustifi cherebbe
l’interesse dei ricercatori non solo per i Translation Studies
ma anche per la storia letteraria di un determinato paese, permettendogli
di ritrovare la propria memoria.
Quando si parla di
letteratura tradotta, bisogna tenere presente che questa nomenclatura
usata dall’UNESCO comprende la letteratura in generale e la
letteratura infantile. In realtà, in questa categoria si trovano
titoli di dizionari di linguistica, di teoria letteraria, di studi
linguistici, di studi letterari in generale, ma vi si trovano anche
i generi narrativi come quello epico, quello lirico, ma anche i cosiddetti
generi di confine come i saggi, le memorie, i diari, i gialli.
Se la letteratura
è la categoria più tradotta, conviene verifi care quanti
titoli sono stati tradotti nel mondo nel periodo 1979-2005 a partire
da ciascuna lingua, cioè a partire da ciascuna lingua- fonte.
Come si sa, l’inglese è la lingua dalla quale più
si traduce, ossia è la lingua più tradotta al mondo
nel periodo 1979-2005 ammontando al 57% delle traduzioni. I titoli
tradotti dal francese, dal tedesco, dall’italiano e dal russo
oscillano tra il 3 e il 9% del totale.
Possiamo osservare
inoltre, che le dieci lingue più tradotte al mondo dal 1979
al 2005 – inglese, francese, tedesco, russo, italiano, spagnolo,
svedese, latino, danese, greco antico – rappresen- tano il 92%
dell’ammontare complessivo delle traduzioni, contro l´8%
distribuiti tra centinaia di altre lingue.
Si possono ricavare
alcune osservazioni da questi dati. Primo, determinatelingue con pochi
parlanti come lo svedese e il danese riescono a classifi carsi tra
le dieci lingue più tradotte al mondo; secondo, il latino è
l’ottava lingua più tradotta al mondo, il che dimostra
che la tradizione pesa ancora nelle traduzioni moderne; e terzo, è
intessante notare la “censura” verso le lingue più
parlate al mondo, come l’indiano e il cinese che hanno, rispettivamente,
11.413 e 5.903 titoli tradotti. Forse un’analisi del mercato
editoriale di questi paesi potrebbe aiutare a capire meglio le loro
posizioni nella mappa mondiale delle letterature. Il complessivo delle
letterature di “altre lingue” è talmente rappresentativo
che il suo ammontare oltrepassa quello della letteratura di lingua
tedesca, la terza più tradotta, ossia l’insieme di queste
letterature tradotte è un fatto puntuale, ma molto significativo,
così come il fatto che le lingue più tradotte al mondo
corrispondono alle letterature più tradotte, il che vuol dire
che il complessivo della letteratura tradotta in ognuna di queste
lingue è superiore a qualsiasi altra “categoria”
tradotta.
Certe culture si aprono verso altre culture per conoscerle, per evolversi
insieme, per acquisire nuove forme. Queste culture, in generale, traducono
di più. È quel che Pascale Casanova chiama intraduzione,
cioè l’importazione di testi letterari stranieri sotto
la forma di traduzione2. Nel confrontare questi dati delle lingue
che traducono di più con quelli delle lingue più tradotte
al mondo, si può osservare che: - i libri scritti in lingua
inglese sono i più tradotti (57%da una parte, ma dall’altra,
le culture di lingua inglese traducono poco (7%), ossia, diffondono
ed esportano i loro libri, le loro ideologie, le loro culture, le
loro conoscenze, ma importano pochissimo dalle culture straniere;
- i paesi/le culture
di lingua tedesca, spagnola e francese hanno una politica differenziata,
importano libri stranieri e li traducono: la Germania è il
paese che più traduce con il 15%, i paesi/le culture di lingua
spagnola sono al secondo posto con il 12%, e i paesi/le culture di
lingua francese occupano il terzo posto con il 10%; per cui, sono
più aperti all’estraneo/straniero.
- si traduce molto in giapponese (la quinta lingua che traduce di
più, con il 6%). In compenso, i titoli giapponesi tradotti
nelle altre lingue ammontano soltanto a 9.284, cioè sono meno
di quelli della Polonia e dell’Ungheria.
Nell’analizzare
più dettagliatamente i dati dell’Index Translationum,
la categoria “altre lingue” rappresenta il 26% (408.822)
del totale delle lingue che traducono di più, ossia un quarto
del totale. Si tratta di lingue come bengali, tamil, galiziano, armeno,
basco, albanese ecc.
La categoria “altre
lingue” raggruppa quelle lingue che importano per rafforzare
la propria lingua e la propria letteratura e nelle quali si traduce
di forma signifi cativa. “Piccole lingue”, come il catalano,
traducono molto, si tratta del tipico caso di “intraduzione”
di cui parla Casanova.