LA SFIDA DELLA PACE TRA RELIGIONI
Faustino
Teixeira
Il dialogo interreligioso costituisce una delle sfide
più imprescindibili per l’umanità in questo inizio
di sec. XXI. Si è detto molte volte che la pace tra le religioni
costituisce la fondamentale condizione per la pace nel mondo. Purtroppo
questo orizzonte di fraternità e dialogo si trova ancora ben
distante. Il quadro del tempo attuale è rivelatore di uno spettro
di violenza e fascino del male. Uno scenario che si rivela ancor più
doloroso quando si percepisce la presenza e il posto della religione
negli scontri e conflitti contemporanei.
La presenza dell’irrazionalità che minaccia il nostro
tempo è stata descritta in modo ammirevole dal cineasta portoghese
Manoel de Oliveira, regista di “Un film parlato” (2003).
Una professoressa di storia intraprende un viaggio con la figlia verso
l’India, sulla stessa rotta di Vasco da Gama. Gli scali sono
effettuati in città che sono state fondamentali per la civiltà
occidentale: Marsiglia, Napoli, Pompei, Atene, Istambul, Il Cairo
e Aden. Durante il lungo tragitto, la figlia fa innumerevoli domande.
Sono questioni elementari ed ingenue, che provocano lo spettatore
e esprimono un invito al ritorno “a uno stato di umiltà
di fronte al mondo e alla storia, ad insegnarci la pazienza di fermarsi
per pensare alle cose più antiche e più sagge, separando
i miti dai fatti, prima di cercare di capire la complessità
informazionale della realtà.”
Nell’ansia di conoscere, la bambina domanda ad un certo punto
se ancora oggi i cristiani combattono i mori. La madre sorride e,
in maniera ironica, risponde di no. Facendo il ruolo di guardiana
del senso, lei ripete il gesto materno di tutte le mamme che quando
si svegliano sorprese dalle grida di spavento del figlio nel mezzo
della notte calmano il suo dolore con parole che lo tranquillizzano,
dicendogli che va tutto bene, e così mantiene rinchiuso il
caos.
In un’altra delle sue domande la figlia chiede il significato
della parola civiltà. La madre risponde: “E’ ciò
che gli uomini creano grazie alla loro intelligenza attraverso i tempi”.
Ma il viaggio non finisce bene, come succede spesso nella storia.
La visione “ottimista” annunciata dalla professoressa
durante il percorso nelle sue risposte alla figlia, batte contro la
durezza del tempo e degli umani. Dovuto alle bombe terroriste messe
sulla nave nello scalo fatto ad Aden la crociera finisce prima del
tempo e segnala che le civiltà sono mortali (e mortifere).
Madre e figlia non riescono a raggiungere la barca di salvataggio
e soccombono davanti agli sguardi attoniti di coloro che si sono salvati.
Tutto salta per aria come gli aranci distrutti dai venti del nord,
tema della canzone-requiem intonata momenti prima dalla famosa cantante
greca che si trovava sulla nave.