Giacomo
Casanova, libertino veneziano e grande intellettuale europeo
Franco Vicenzotti
Giacomo
Casanova è nell'immaginario collettivo il seduttore per eccellenza,
uomo che ha dedicato con estremo successo la sua frenetica vita alla
ricerca del piacere. È diventato proverbiale definire una persona
che gode di tanti successi amorosi come un "Casanova" anche
se le centoquarantasette avventure riportate nella autobiografia scritta
in francese, conosciuta anche come "Histoire de ma vie"
sono piccola cosa di fronte alle migliaia di conquiste dichiarate
dal "Don Giovanni" (tra l'altro pare che il Casanova abbia
collaborato con il Da Ponte per il libretto dell'opera), o alle diecimila
amanti di cui si è fregiato George Simenon (la maggioranza,
naturalmente, donne dedite alla professione più antica del
mondo). Con quest'articolo, però, noi vogliamo parlare di "Casanova
malgré lui" vale a dire del raffinato intellettuale europeo
che spesso il mito e la leggenda erotica hanno messo in un secondo
piano. Ricordiamoci che il '700 è il secolo della definitiva
decadenza della Repubblica di Venezia - morirà sotto le spallate
napoleoniche nel 1797 - ma è anche il secolo in cui la città
risplende come gran centro di produzione artistica, intellettuale
e culturale, tanto da farne una dei centri più creativi della
cultura europea: basti pensare a Tintoretto, Bellotto, Guardi, a Piazzetta
o, per altri versi, a Goldoni e a Giorgio Baffo, per non citare Vivaldi,
Marcello, ecc. Tra l'altro, il gran poeta libertino dei 2000 sonetti
erotici, è stato un mentore dell'educazione del nostro Casanova.
L'ambiente, quindi, in cui il giovane è cresciuto (era nato
nel 1725 da un'attrice teatrale, Zanetta Farusi, probabilmente non
dal padre legale ma dal protettore della madre, il nobile Grimani),
era di una estrema creatività ed apertura alle correnti più
avanzate del pensiero europeo - si dibattevanno soprattutto i testi
degli autori dell'Ençiclopedie française (Diderot, D'Alembert,
Voltaire) i testi degli economisti fisiocratici ed i testi dei filosofi
meccanicisti come La Mettrie.
La curiosità di Casanova lo spinse ad interessarsi ed a cimentarsi
con tutti i settori dello scibile umano, a volta a volta poeta, teologo,
matematico, filologo, traduttore di Omero, storiografo, critico dell'opera
del Voltaire, romanziere, giurista raffinato anche se la sua inquietudine
e la sua sregolatezza gli impedirono di portare a termine gli studi
legali all'università di Padova.
Un romanzo "Icosameron" anticipa, addirittura, il "Voyage
au centre de la terre" di Giulio Verne; la narrazione dell'evasione
dai Piombi, il terribile carcere sotto il palazzo dei Dogi, risulta
vivacissima e piena di colpi di scena. La "Histoire de ma vie"
- la sua autobiografia - è un grande vivissimo quadro della
vita intima del 700 europeo, in cui rivivono i più illustri
personaggi del tempo. L'opera fu considerata di tal valore, da Foscolo,
da giustificarne l'attribuzione a Stendhal.
Casanova, morto in Boemia, nel 1798, presso il castello di Dux dove
lavorava come bibliotecario è un eroe cosmopolita che ha vissuto
la maggior parte della vita fuori dell'Italia, ha scritto le "Memorie"
in francese così come "l'Historie de Pologne", ha
soggiornato a lungo a Varsavia, è stato il testimone di una
società europea di gaudenti, intriganti libertini ed illuministi.
Interessa riportare il giudizio del maggior scrittore di biografie
del secolo scorso, l'austriaco morto suicida a Petropolis Stephan
Zweig, che così si esprime nei confronti di Casanova:
"... ecco, alla fine, un gaudente appassionato, tipico divoratore
d'attimi cui il destino regala fantastiche avventure, una memoria
dannata e un carattere che non conosce freni, che si mette a raccontar
la propria vita grandiosa e a raccontarla senza abbellimenti morali,
senza artifici poetici, senza apparato filosofico e invece con tutta
obiettività, proprio com'è stata, fervida, miserabile,
senza scrupoli, divertente, volgare, indecente, sfacciata, libertina,
ma sempre emozionante e piena d'imprevisto".
(S. Zweig).
Detto da Stephan Zweig, l'autore di teatro più importante nell'ambiente
asburgico agli inizi del secolo passato, che per finezza e capacità
di penetrazione psicologica - basti pensare a "La Ronde".
- Sigmund Freud riteneva essere il vero inventore della psicoanalisi,
non è giudizio di poco conto, tanto più che Zweig, specialista
in biografie di grandi figure della cultura e della storia, non aveva
difficoltà ad equiparare il genio creativo del Nostro a quello
di Stendhal e Tolstoj nel suo classico studio "Tre poeti della
propria vita: Casanova, Stendhal, Tolstoj" uscito nel 1928.
Dietro alla leggenda, ed al mito del grande seduttore e libertino,
si nasconde, quindi, una solida realtà di raffinato pensatore
e poligrafo illuminista che, come pochi ha saputo tratteggiare la
vita intellettuale del settecento veneziano ed insieme europeo, superando
provinciali barriere linguistiche e nazionali, da vero HOMO Aeuropeus.
Il grande amante e seduttore non riuscirà a sminuire, oscurare
o fare dimenticare l'operato del grande intellettuale.
Qualcuno ha messo in dubbio gran parte delle mirabolanti vicende ed
avventure di cui le "Mémoires" sono farcite: vediamo
allora cosa pensava in proposito un grande scrittore francese, De
Gourmont:
"Egli racconta tanti aneddoti a suo scapito che bisogna credere
a quelli che gli son favorevoli. Ma se fosse per caso un romanzo?
Ebbene allora Casanova sarebbe il più gran romanziere che sia
mai esistito; ma è impossibile: non s'inventa una materia di
così prodigiosa varietà".