Un cattolicesimo
pluriculturale
Maria Calara Lucchetti
Bingemer
Nella società brasiliana, il
processo di modernizzazione presenta un carattere avventizio e non
endogeno, come nel caso delle società europee e/o americana.
Non è esente da una certa problemati cità il movimento
culturale con il quale via via si è fatta la combinazione delle
tre grandi tradizioni che forma no il quadro brasiliano (portoghese,
negra e indigena).1
Ciò ha permesso che si formasse il profi lo culturale brasiliano
in un modo specifi co e certamente abbastanza diverso dalle matrici
culturali europee che arrivarono sul continente americano con la colonizzazione,
alla stessa maniera delle altre culture latinoamericane di colonizzazione
spagnola.2
Quindi, senza aver assimilato in maniera uniforme gli standard della
cosiddetta modernità, ma senza per questo meno attinta dalla
tardiva entrata sul suo territorio dei sottoprodotti della modernizzazione
del primo mondo, la società brasiliana oggi subisce l’impatto
della sua crisi moderna, così come assiste all’emergere
della chiamata – fortunatamente o no – post modernità.
Il risultato di ciò è che in Brasile convivono universi
culturali e simbolici allo stesso tempo premoderni, moderni e postmoderni.
3
Una matrice “plurifacciale”
Dovuto all’impatto estremamente dominante della cultura moderna
mondiale, diffi cilmente si potrà contare – a media e
lunga scadenza – sulla sopravvivenza delle culture tradizionali
come tali, tra cui ci sono quelle esistenti in Brasile. La cultura
brasiliana presenta un persistente e durevole orientamento esogeno,
che cattolicesimo brasiliano sia sempre segnato da una non accomodazione
al già dato e già visto, per una prontezza nel rispondere
con creatività e malleabilità alle enormi sfide
che i tempi odierni presentano, senza sterilizzarsi in una secolarizzazione
rigida e di taglio definitivo, che ha perso il modo e la direzione
nel suo rapportarsi al Trascendente e alle cose dello Spirito.Un cattolicesimo
sedotto e interpellato da un’ampia plurireligiosità Nel
Brasile odierno, così come
in molte altre parti del mondo occidentale moderno che si considerava
libero dall’oppressione e dall’ “oppio” della
religione, esplode nuovamente, con intensa forza, la seduzione del
Sacro e del Divino, de-represso e incontrollabile. È il fenomeno
delle cosiddette “sette” o gruppi religiosi alternativi,
nuovi movimenti religiosi che popolano il campo religioso
con nuove e sconcertanti forme di espressione, che spaventano e mettono
in imbarazzo le chiese storiche tradizionali, le scienze politiche
e i benpensanti. È ormai constatato che milioni di brasiliani
cadono in estasi giornalmente, ossia, vengono incantati nel loro potenziale
desiderante e affettivo da una qualche esperienza del Trascendente,
identificata con il Sacro o il Santo, sia Lui chiamato Dio, Oxalà
o Santo Daime. Possedendo nel suo contenuto culturale l’incrocio
delle tre tradizioni già nominate
(l’europea, l’africana e l’indigena), il Brasile
di oggi – soprattutto il Brasile cattolico e protestante storico
– si trova anch’esso abbastanza perplesso di fronte alla
crescita inarrestabile delle chiamate sette e dei nuovi movimenti
religiosi.Queste nuove forme di espressione religiosa attraggono non
solo – oppure non principalmente – persone del ceto popolare,
normalmente considerate facile presa delle nuove proposte religiose
che sorgono sul proscenio sociale. Al contrario, si nota oggi che
tra i giovani del ceto medio, così come fra persone di ambiente
intellettuale e artistico, un’inquietudine religiosa dotata
di certe caratteristiche che si è convenuto chiamare “nuova
coscienza religiosa” e che li fa cercare, sempre in maggior
numero e a livelli di serietà e impegno autenticamente sorprendenti,
ciò che si suole chiamare “nuovi movimenti”.Attraendo
nelle sue fila contingenti di persone colte, che sono già passate
dalla psicanalisi, dalla radicale militanza politica e di partito,
da ideologie materialiste, queste forme di nuova coscienza religiosa
canalizzano l’insoddisfazione e le frustrazioni dolorosamente
vissute con esperienze religiose anteriori e anche con le proposte
di trasformazione politica e sociale, nelle quali queste persone avevano
investito il meglio delle loro aspettative, tempo ed energie. La caduta
dei paradigmi rivoluzionari e dei modelli alternativi al capitalismo
hanno probabilmente un’importante ruolo in questo quadro. Nell’assenza
di alternativa globale per la società, nel vuoto di utopie
in cui si è trasformata questa transizione di millennio, si
va verso una ricerca personale con un riferimento di gruppo e comunitaria,
ma di taglio esplicitamente ritualistico e religioso.6
Le cause di questo fenomeno sono innumerevoli e esigono analisi differenti.
Sia perché, nel mezzo della crisi dei paradigmi che gli sostenevano
l’esistenza, ogni persona pensa di poter costruire in modo autonomo
e individuale la sua visione del mondo, senza preoccuparsi di cercare
convergenze con le visioni di altre persone o gruppi e, soprattutto,
senza sentire il bisogno di ripararsi sotto l’egida di una qualche
istituzione.Sia perché il desiderio di contatto e esperienza
più immediata e diretta – affettiva – con il sacro
e il religioso porta alla ricerca di un gruppo di riferimento più
flessibile, che non presenti gerarchie né strutture
così rigidamente organizzate come quelle delle chiese storiche.
Sia ancora perché il popolo brasiliano, in uno stato di estrema
carenza e vulnerabilità
decorrente da una situazione minacciosamente crescente
di miseria, indigenza e mancanza di speranza, si trova più
disposto alla manipolazione dei centri di interesse internazionali,
ai quali interessa la proliferazione di religioni alienanti. Il fatto
è che il campo religioso brasiliano oggi passa per profonde
trasformazioni, imbarazzando e preoccupando non solo i quadri dirigenti
delle chiese storiche e delle religioni
tradizionali, ma anche i teorici delle scienze politiche, i teologi
e i mezzi di comunicazione sociale.7Per rendere possibili le più
svariate combinazioni tra le differenti proposte culturali e religiose,
l’esperienza religiosa in Brasile riunisce sempre più
traiettorie diverse, nuove ricerche, sovrapposizione di tradizioni
integrate in nuove sintesi. Non si tratta del tradizionale sincretismo
brasiliano, che mescolava e sovrapponeva soprattutto le religioni
cristiane allo spiritismo e alle religioni afrobrasiliane. È
un qualcosa di nuovo, che si trova già affermato in quanto
fenomeno ed è anche oggetto di interesse di servizi pubblicati
su grandi riviste e settimanali di portata nazionale, come
di tesi di post laurea. Quindi in Brasile, così come in altre
parti del mondo, sembra che la deriva modernizzante e secolarizzante
– invece
di diluire e far sparire la religione – la stia trasformando
poco a poco in un argomento privato e individuale, il che comporta
scelte sempre più segmentate e autonome all’interno del
sistema di simboli e valori che costituiscono il campo religioso.
Plurale e diversificato, questo campo rappresenta – qui come
in altre parti del mondo – gradi sfide
alla proposta di cristianesimo che tenta, nel complesso della crisi
della modernità, di approfondire la comprensione della sua
identità e i contorni
del viso di Dio, che gli è stato rivelato col passare della
storia e dell’esperienza della sua tradizione.8Nel nostro Paese,
e più concretamente nei MCS e nell’Accademia, l’interesse
nei riguardi della chiesa cattolica
e della sua attuazione nella società sembra decrescere
in un determinato momento, soprattutto dopo il momento politico in
cui questa stessa chiesa brasiliana ha cominciato ad avere minore
visibilità nell’esercizio della sua funzione tribunizia9
sullo scenario politico nazionale,
in difesa dei diritti umani, specialmente durante la vigenza del regime
militare. Questo risultato ecclesiastico ebbe come protagonisti i
vescovi
brasiliani e trovò la sua espressione in tutta la serie di
eventi e articolazione legate alla Teologia della Libertazione e nella
notevole crescita, nel nostro Paese più che in qualsiasi altro
del continente latinoamericano, delle Comunità Ecclesiastiche
di Base.Sotto un altro punto di vista,
sembrerebbe sorgere un altro angolo secondo il quale cristianesimo
sarebbe alla ricerca e avrebbe trovato una via di presenza nella vita
del popolo brasiliano, soprattutto per il tentativo non solo di dialogare
con i figli della modernità che, segnati dalle delusioni rivoluzionarie
post-marxiste,
ritornano verso la strada della spiritualità e dell’esperienza
religiosa, ma anche dallo sforzo di rispondere alla richiesta di spazi
e esperienze
più profonde e gratuite del mistero e del divino, richiesta
che si propaga anche tra i militanti cristiani più impegnati
nella secolarizzazione e la trasformazione politica.10
Il grande sviluppo di movimenti come quello del Rinnovamento Carismatico
Cattolico, l’enorme successo che i sacerdoti cantanti hanno
ottenuto nei MCS, con una proposta in cui la preghiera e la spiritualità
sono di importanza centrale, con tutto un rivestimento fatto di musica
e perfino di danze; la ricerca di ritiri spirituali e giornate di
raccoglimento lì dove, prima, soltanto le analisi di congiuntura
trovavano esito e ripercussione, lanciano appelli di fondo al cattolicesimo
brasiliano, in questo momento in cui il Paese riflette sui suoi cinquecento
anni di esistenza conosciuta dal pubblico occidentale istruito.
Traduzione di Cristiana
Cocco