I cognomi provenienti da nomi di mestiere

I cognomi derivanti da nomi di mestiere includono ovviamente anche quelli relativi alla professione, alla carica o ufficio, al titolo e al grado, alla condizione socio-economica, civile, militare, religiosa o anche familiare (Fabbro, Ferraro, Fattore, Massaro, Mezzadro, Medico, Speziale, Araldo, Console, o Almirante, Capitano o Abate, Cardinale, Vescovo, ecc. ).

La percentuale di queste forme cognominali non è molto rilevante tra i nomi di famiglia italiani: essa, infatti, non supera il 10%.
Tra questi cognomi molti rilevano in modo chiaro la loro connessione con l’originario nome di mestiere o ufficio. E’ il caso, per esempio, di Barbieri, Berrettaro, Capraro, Fabbricatore, Fornaciari, Fornari, Maestri, Mugnai, Muratori, Notaro, Cantore, Pescatore, Scarpari, Scopino, Tessitore, Vaccari, Vasaro e relativi derivati. In tante altre situazioni, però, il nome di mestiere si discosta molto dalla fonte originaria, per cui non è facilmente riconoscibile.
Ciò avviene soprattutto con cognomi costruiti su nomi professi-onali di diffusione regionale e alcuni di più ristretto ambito geografico, o che si riferiscono a mestieri oggi scomparsi, o indicati con altro termine. In questi nomi di famiglia possono, a volte, presentarsi casi abbastanza curiosi per la loro derivazione: così per Acciaioli (che non deriva da acciaio, ma da accia, filo greggio e ridotto in matassa di lino, canapa o cotone: l’acciaiolo era appunto il produttore, o venditore di acce); per Avogadro (da avogrado o avogaro, variante veneta di avvocato); per Beccari (dal nome di mestiere beccaro o beccaio, macellaio, e lo stesso vale per Beccarìa, dall’antica forma beccarìa, macelleria); per Callegari (caligaro era l’attività legata al fabbricante e riparatore di scarpe, costruito sul latino caligarius, da caliga, calzatura militare e poi, genericamente, scarpa); per Magnani ( da una voce dialettale settentrionale magnano, fabbro, stagnino ambulante); per Manenti (manente, basato sul latino manere, restare, era nel Medioevo, nome di mestiere dato ai contadini costretti a rimanere nel fondo in cui erano nati e lavoravano) per Manganaro (il mangano è una macchina che veniva usata per rifinire i tessuti); per Marangoni (dal veneto marangòn, carpentiere, falegname); per Scognamiglio (formato sulla base del meridionale scognè, trebbiare, pulire e su miglio); per Scotellaro (scotellaro era l’artigiano che lavorava, e vendeva, le scotelle, scodelle); per Tessari (variante settentrionale di Tessitore, da Tessaro, costruito sul latino texator, derivato di texere, tessere).
Sempre in questo gruppo sono da includere anche quei cognomi derivanti da titoli, dignità religiose, civili o militari, o condizione sociale: Abate, Airaldi (da araldo), Alfieri, Almirante (almirante è la forma spagnola per ammiraglio), Arciere, Bagli (il titolo di baglio, o balio, era dato al pubblico ufficiale con ampi poteri am-ministrativi o giudiziari), Balestriere, Cancellieri, Capitani, Caporali, Cardinali, Castaldi (il castaldo era, presso i longobardi, l’amministratore delle rendite del re), Cavaliere, Conestabile (conestabile era il titolo degli ufficiali di corte bizantini), Consoli, Conti, Giudice, Gonfalonieri, Marchesi, Podestà, Sinis-calchi, Vassallo, Vescovo, Visconti, Visdomini (il visdomino era il rappresentante di un signore feudale) ecc..
Per concludere, quello che balza evidente dai nomi di famiglia, suriportati, è che sulla base di essi, si potrebbe, forse, disegnare una mappa abbastanza significativa delle arti e dei mestieri praticati in Italia a partire dal Medioevo, fenomeno che si riflette anche nei nomi delle strade di molti centri urbani italiani, soprattutto quelli protagonisti di quel periodo storico.
Un’ analisi più approfondita in tal senso potrebbe portare a tracciare un quadro piuttosto illustrativo della storia dell’operosità degli italiani nei secoli passati.

 


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