La Ricerca della Bellezza
nelle opere di Canova
"Matita
e scarpello
sono gli strumenti che guidano all'immortalita'".
Ad affermarlo fu Antonio Canova, l'artista geniale, tra i massimi
esponenti del neoclassicismo italiano, pittore e scultore ma anche
uomo politico impegnato nella difesa e nella conservazione del patrimonio
storico ed artistico di quel tempo, coinvolto nei dibattiti culturali
e politici, invitato nei salotti e nei palazzi piu' importanti. A
lui e' dedicata "Canova: l'uomo, l'artista, il genio" la
mostra che sara' inaugurata nelle sale del Museo Civico di Bassano
del Grappa il 22 novembre per rimanerci fino al 12 aprile del prossimo
anno. Bassano del Grappa e Possagno sono i luoghi della sua nascita,
della sua prima formazione culturale ed artistica, degli affetti piu'
profondi, ma soprattutto i luoghi che conservano la maggior parte
delle testimonianze artistiche del Canova: gessi, disegni, dipinti,
monocromi, scritti. Si tratta della prima grande antologica dedicata
al grande Genio, Antonio Canova, dalla citta' di Bassano del Grappa
e di Possagno, paese natio dell'artista, per celebrare il maestro
di cui conservano l'eredita', artistica e spirituale, in una mostra
che consentira' di investigare tutte le diverse forme della sua arte,
resa possibile anche dalla collaborazione del ministero per i Beni
e le Attivita' Culturali e la Regione Veneto, che hanno voluto collaborare
pienamente alla riuscita dell'evento, inserito nell'ambito delle manifestazioni
di punta del semestre europeo. Per l'occasione, il Museo Statale Ermitage
di San Pietroburgo, prestera' alla mostra ben sette statue della piu'
importante collezione al mondo di marmi canoviani.
La mostra, composta da 400 opere del Canova, intende mettere a fuoco
la poliedrica produzione artistica e la personalita' dell'artista
ed aspira a mettere in luce tutti gli aspetti della sua arte e le
diverse fasi del suo lavoro: lo studio, l'ispirazione, lo scavo psicologico,
il dilemma, la ricerca della bellezza eterna ed universale, l'uomo,
la sua storia personale, i segreti della sua officina. Marmi, gessi,
terracotte, monocromi, dipinti, tempere, disegni, incisioni e carteggi,
insieme ad opere fondamentali del maestro portate nella sua terra
natale per la prima volta, insieme ad alcune creazioni mai esposte
prima d'ora in Italia, come la solenne Pace da Kiev, la sublime Venere
da Leeds, la famosa Polimnia da Vienna o la Ninfa dormiente. I trenta
marmi in mostra, capolavori notissimi e ammirati da sempre, conservano
una storia, un racconto. Ognuno parla dell'artista sempre alla ricerca
della perfezione. L'Ermitage presta, tra gli altri, la Maddalena penitente,
la Danzatrice con le mani sui fianchi, il busto monumentale del Genio
funerario, prima opera del Canova entrata in Russia.
Riemerso dal nulla solo pochi anni fa e da allora esposto unicamente
ad Edimburgo, nel 1996, e a Torino, e' il primo bozzetto di una delle
piu' celebri creazioni di Canova, il gruppo delle "Tre Grazie"
che lo scultore scolpi' in due versioni in marmo, ora acquistato dal
comune di Bassano del Grappa, potra' essere ammirato dal pubblico
proprio in occasione della mostra su Canova. Si tratta di tre figure
indistinte - scrive Hugh Honour - si abbracciano unite nel movimento
fugace di una danza. Modellate d'impeto, quasi ad afferrare una visione
fuggevole, incanterebbero l'occhio e impegnerebbero la mente pur ignorando
la loro natura di studio preparatorio". Ma l'attenzione di questa
esposizione sara' riversa soprattutto sui "Quaderni di Viaggio
1779-1780", che nella mostra costituiscono il punto chiave nella
ricostruzione della figura del Canova, che riporta in questi diari
i momenti cruciali, le suggestioni, gli incontri, i moti dell'animo
che lo accompagnarono nel primo viaggio da Venezia a Roma, passando
per Ferrara, Bologna e Firenze, scendendo fino a Napoli in visita
a Pompei ed Ercolano. Proprio a Roma, Canova, apri' il suo studio
che non volle lasciare neppure quando Napoleone lo invito' a trasferirsi
in Francia: "Roma, madre e sede antica delle arti, e' il solo
unico asilo per uno scultore", scrivera' al generale Duroc in
risposta all'invito di Napoleone.