Un discorso di Bossi visto
dal linguista
Giovanni Meo Zilio
I
linguisti sanno che la frequenza di una parola o di un'immagine in
un determinato testo suole essere direttamente proporzionale all'importanza
e all'interesse che essa rappresenta nella spiritualità dell'autore.
Orbene, nel discorso di Bossi pronunciato durante l'ultima manifestazione
annuale della Lega a Venezia nello scorso mese di settembre ci sono
due parole-immagine che appaiono addirittura una trentina e una ventina
di volte rispettivamente. Esse sono "Padania" (insieme a
"padano") e "federalismo" (insieme a "federale");
concentrate per lo più nella prima parte dell'intervento, quella
più politica e meno tecnica: quella che più era diretta
a colpire in forma immediata l'animo degli ascoltatori. Si tratta
in effetti dei due assi portanti, le due idee-forza dell'ideologia
(e del programma) leghista: La Padania come entità storica,
geografica e culturale; il federalismo come organizzazione dello stato
che consenta un'ampia autonomia a questa entità.
Bossi, sagace oratore, del cui stile mi sono occupato più di
una volta, sa che l'insistenza su una immagine o un concetto, anche
là dove la parola corrispondente potrebbe essere sostituita
da un altro nome o da un pronome, raggiunge effetti psicologici dirompenti
sugli ascoltatori, soprattutto su quel certo tipo di ascoltatori che
accorrono ogni anno ad ascoltarlo sulla Riva del Sette Martiri, portatori,
a loro volta, di immagini pregnanti: bandiere, cartelli, costumi,
atteggiamenti
Tale insistenza, martellante nel discorso veneziano (non solo per
la sua frequenza ma anche per il tono della voce dell'oratore che
si rialzava sistematicamente sottolineando quelle due parole-chiave),
mentre da una parte rappresenta un modo di comunicare (intenzionale),
uno strumento stilistico per raggiungere lo scopo pratico del convincimento,
dall'altra rappresenta un modo di essere del leader, che si caratterizza
appunto per la sua nota determinatezza, la energia volitiva, la filosofia
vitalistica del non-demordere (va da sé che il modo di comunicare
e il modo di essere sono sempre intimamente legati).
Quelle due parole soprattutto, che compendiano in sé il progetto
politico del Carroccio, hanno elettrizzato l'auditorio e comunque
ne hanno sostenuto la tensione morale. Esse rappresentano la chiave
di volta per la Lega e per il Paese.
Ma c'è un'altra immagine che sottende a tutto l'intervento
di Bossi e a tutta la sua filosofia politica (essa esplode apertamente
alla fine del discorso): il cuore. Eccola: "Non basta l'abilità
intellettuale, occorre il cuore".
Parole sacrosante: nella politica come nella vita.