Quando Venezia salvò l'occidente

Franco Vicenzotti

Oggi l'Unione Europea vive decisamente una crisi profonda: la Costituzione che doveva definire, una volta per sempre, il comune patrimonio di valori e di principi a cui tutti gli europei dovevano ispirarsi è stata rifiutata proprio da quel Paese che più da sempre si è impegnato attraverso i suoi rappresentanti politici per l'integrazione europea, la Francia.
Altri Paesi come l'Olanda le si sono prontamente accodati nel rifiuto alla Costituzione.
Molte sono state le interpretazioni di questo rifiuto: due peraltro le più comuni: 1) l'eccessivo allargamento della Comunità sopratutto ad est con l'integrazione dei Paesi ex-comunisti in un momento in cui l'economia europea è da anni stagnante e i lavoratori d'Europa vedono con preoccupazione la concorrenza di forza-lavoro tradizionalmente molto meno retribuita ma molto qualificata. 2) l'associazione come premessa all'integrazione con l'Unione Europea, della Turchia islamica.
Nell'immaginario collettivo europeo ancora ricorre il grido "Mamma li turchi..." ed il ricordo delle razzie e delle stragi che sopratutto nelle coste mediterranee italiane, ma anche francesi e spagnole venivano perpetrate dai predoni islamici.
Anche se alcune voci meno emotive e più razionali ricordano che la Turchia è oggi un paese sostanzialmente laico dopo la modernizzazione avvenuta agli inizi del secolo scorso ad opera del dittatore illuminato Kemal Ataturk e che pertanto la Turchia potrebbe svolgere un ruolo importantissimo di attrazione e convinzione per i vicini paesi islamici in cui soffia terribile il vento di ideologie radicali totalizzanti e distruttive: il massimalismo radicale islamico, spesso tentato dal terrorismo suicida.
Resta comunque diffuso il timore per nuove crociate religiose che contrapporrebbero l’Islam fanatico al cristianesimo integralista e che si manifesterebbero nel tanto denunciato “shock of civilizations” di Samuel Huntington.
Insomma, gli europei non riescono a dimenticare il grido degli antichi pescatori e delle loro mogli spaventate: “Mamma li turchi….” ed è pur vero che la Puglia è stata dominata dall'Islam nella Sacra Porta insediato in Albania e Bosnia-Erzegovina per quasi due secoli, mentre una delle stagioni più ricche da ogni punto di vista della Sicilia è stata, appunto, sotto la dominazione islamica, che in Spagna ha realizzato capolavori eccezionali di arte mozárabe come l’Alcazar di Siviglia.
Perché il timore ricorrente del “mamma li turchi” non abbandona l’inconscio collettivo europeo? Probabilmente perché rimuovere le cinque crociate per l’occupazione della Terra Santa con le loro occupazioni violente di terre altrui e i relativi bagni di sangue soprattutto da parte cristiana, risulta forse impossibile: ad un certo punto sembrava proprio che la propulsione verso occidente dei musulmani, che comincerà alla fine del VIII secolo con il passaggio dello stretto di Gebel Al Tarik (Gibilterra) e si concluderà nel XVº secolo con l’espulsione dei musulmani da Granada, da parte dei Reyes Católicos, non si sarebbe potuta fermare e l’Occidente intero sarebbe stato islamizzato.
Dopo la caduta di Costantinopoli – la Roma d’Oriente – (1451) il Mediterraneo era quasi diventato un lago islamico e l’unica forza di contrasto reale allo strapotere della Sacra Porta era rimasta la Repubblica Serenissima con le sue roccaforti di Candia (Creta) e Cipro.
Questo era il quadro geopolitico con cui si venne a confrontare un Papa rigorista e super conservatore come Pio V – Michele Ghislieri – eletto al Soglio Pontificio nel gennaio 1566.
Con lui trionfava l’anima più rigida della restaurazione cattolica.
Fu lui che nel 1570 scomunicò la Regina d’Inghilterra e forse è dovuto alla sua intollerante influenza anche quel terribile massacro che passò alla storia come “La Notte di San Bartolomeo” (1572) in cui furono uccisi migliaia di protestanti francesi.
Era quasi logico che questo “Papa Biblico” facesse della tanto sospirata crociata contro i turchi uno dei punti nodali del suo Pontificato.
D’altro canto, proprio in quegli anni, Venezia si trovava di fronte all’ennesima richiesta di Selim II, aggressivo sovrano della Sublime Porta, di avere in definitiva cessione l’isola di Cipro che tanto disturbava i traffici musulmani nel mediterraneo orientale – pena la guerra totale.
Allo sdegnato rifiuto di Venezia ci fu l’assalto mussulmano a Cipro e la Serenissima fortemente appoggiata, dalle navi spagnole, si difese coraggiosamente ma non poté, alla fine, evitare l’occupazione dell'isola.
Il Papa preoccupato dall'espansione mussulmana mise al lavoro la diplomazia vaticana per realizzare l’ennesima Crociata che liberasse, una volta per tutte, il Mediterraneo dal pericolo mussulmano.
Si creò così una strana “internazionale cristiana” formata da Veneziani, Spagnoli, Napoletani, Pontifici, Piemontesi, Cavalieri di Malta, Lombardi, persino reparti regolari prezzolati di inglesi e francesi, sotto la guida del giovane e brillante condottiero Don Giovanni d’Austria.
Lo storico scontro avvenne il 7 ottobre 1571 nello specchio d’acqua posto a meridione delle isole Curzolari di fronte a Lepanto: più di cinquecento navi si schierarono e su di esse centocinquantamila uomini si prepararono ad affrontare una giornata che per molti di loro sarebbe stata l’ultima: delle cinquecento navi più della metà era veneziana.
Don Giovanni d’Austria, Marcantonio Colonna, Giovanni Venier, furono i valorosi Comandanti delle flotte occidentali; gli si contrapponeva Ali Pascià a capo della flotta mussulmana, coadiuvato dal grandissimo stratega navale Ulugh Ali: non molti sapevano che si trattava di Giovanni Dionigi Gallini, calabrese figlio di un semplice pescatore, sequestrato come schiavo da ragazzino e educato a Costantinopoli. Se ne trova una statua a Le Castella, paese calabrese d’origine.
Nel bene e nel male questi uomini rappresentavano il meglio della marineria dell’epoca e lo scontro che stava per iniziare non avrebbe potuto avere protagonisti più degni.Chi piu ´degno di Miguel Cervantes de Saavedra che nella storica battaglia avrebbe perso l ´uso del braccio sinistro, cosa che non gli avrebbe impedito di regalare al mondo il “Don Quijote de la Mancha” opera a buon diritto inserita nel Western Canon da Harold Bloom accanto alla Divina Commedia di Dante e alle Commedie e Tragedie di W. Shakespeare ?
Tutti sappiamo come lo scontro terminò: con la vittoria dell’occidente a Lepanto un duro colpo fu dato alla spinta propulsiva verso l’Occidente della civiltà islamica.
Venezia deve essere giustamente oggetto di gratitudine imperitura da parte di tutti i cristiani.

 

 

 


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