Io bloggo e tu?
Raquel Rodrigues
Caldas
“Spero che ti potrò
confidare tutto, come non ho mai potuto fare con nessuno, e spero
che sarai per me un grande sostegno.”
Anna Frank, 12 giugno 1942
Così Anna Frank
ha iniziato quello che è diventato uno dei più famosi
diari del mondo. E in una sola riga, la tredicenne tedesca ha riassunto
il concetto che è alla base del diario: dialogare con sé
stessi, scoprirsi e capirsi.
Con Internet il concetto di diario è cambiato un po’
perché dal 1997 sulla rete troviamo i blogs, che sono diari
personali, ma pubblici. Il termine è un’abbreviazione
di “weblog”, dall’inglese “web” (World
Wide Web, la rete mondiale dei computer) + “log” (registro,
diario).
Il blog è un sito web che richiede poche competenze informatiche
(come la conoscenza del linguaggio HTML, ad esempio) nella sua creazione
e gestione. Una piattaforma ospita e offre gli strumenti per creare
e gestire il blog.
Sul blog possiamo lasciare le nostre opinioni su diverse cose ed anche
illustrare i nostri testi con immagini o anche inserire archivi sonori.
Ci sono blogs solo con fotografie, senza il testo: i fotologs. Oppure
quelli solo con foto, ma trasmesse sul blog solo attraverso il cellulare.
In tutti i tipi di blog c’è sempre la possibilità
di suggerire links ai nostri lettori, oppure di lasciarli commentare
quello che abbiamo scritto. Nato come forma di espressione dell’individuo,
il blog è diventato un mezzo di comunicazione e di comunione
tra la gente di uno stesso paese o tra persone di paesi diversi.
Ci sono diversi tipi di blogs: i tradizionali (del tipo “oggi
mi sono svegliata alle 7.00 e ho fatto questo e quell’altro”),
quelli per parlare del più e del meno, i tematici (filosofia,
letteratura, sport), gli opinativi, i riflessivi, gli informativi.
Blogs da soprannomi (nick, nel linguaggio di internet), blogs da nome
e fotografia, blogs d’autore (quelli che il cui autore è
una persona conosciuta, come un giornalista per esempio).
In questo ultimo esempio il blog è un mezzo per accedere a
informazioni che prima erano veicolate attraverso le agenzie di notizie,
i giornali o le riviste. Era un blog di questo genere che aveva Enzo
Baldoni, il giornalista italiano rapito e ucciso in Iraq.
Ma di solito i bloggers (che è come si chiamano le persone
che tengono questo tipo di diario) non sono giornalisti o critici
d’arte o professori di filosofia, quindi a volte le informazioni
che leggiamo non sono molto accurate, oppure le opinioni sono passionali
e in alcuni casi il linguaggio è un po’ pesante. La lingua
dei blogs (sia quelli italiani, sia quelli brasiliani) è colloquiale,
spesso “contaminata” da termini del gergo. Eppure considero
il blog un contributo valido per l’insegnamento dell’italiano
come lingua straniera.
Come usare i blog
in un corso di lingua italiana per stranieri
Alcuni blog sono esplicitamente
didattici, vale a dire, sono gestiti da docenti che vogliono oltrepassare
i limiti dell’aula e del corso. Altri sono blog di diffusione
di cultura, ma così ben composti e scritti che possono essere
utilizzati come materiale di lettura e discussione in una lezione
di lingua italiana. Questi blog li chiamo “blog di referenza”.
Il diario dialogato: l’antenato del blog
Alla fine degli anni ’80
sorgono nel panorama dell’insegnamento delle lingue straniere
i “dialogue journals”, ossia diari (non virtuali) sui
quali gli studenti scrivevano su argomenti che gli interessavano e
che venivano poi commentati dall’insegnante. Durante il periodo
in cui ho insegnato all’Unesp ho provato in più di un’occasione
questo tipo di sussidio didattico e i risultati erano sempre interessanti.
Secondo i glottodidatti, il testo dello studente non doveva essere
corretto dal docente, almeno non in modo esplicito. Nella risposta,
l’insegnante doveva cercare di impiegare in modo giusto parole
o strutture che erano state sbagliate dagli studenti.
Il principio del diario dialogato potrebbe servire da punto di partenza
per il docente che vuole utilizzare il blog come strumento didattico.
Basterebbe creare un blog con un tema: la lingua dei quotidiani italiani
– per esempio – e scrivere con una certa regolarità
‘post’ con links per l’articolo menzionato o analizzato
in quel momento. Gli studenti del corso commenterebbero il ‘post’.
Si potrebbe creare un blog per la classe e assegnare ad ogni studenti
un nick (soprannome) e una password trasformandoli così da
lettori in co-autori. Il blog sarebbe un locale virtuale dove approfondire
la nostra conoscenza dell’italiano, ma anche dove condividere
i dubbi e le scoperte. Bisogna tenere conto che siccome sono pubblici,
qualsiasi persona può commentare sul blog. Si farà necessaria
quindi una nota a titolo di chiarimento che quello è un blog
per l’insegnamento di italiano per stranieri.
Ovviamente questo non eviterà eventuali commenti poco educati,
ma così si potrà imparare il modo di come discutere
in modo civile in italiano. In fondo imparare la lingua e la cultura
degli altri è dialogare.
Il tipo di approccio al quale tanto tengo si basa sulla nozione dell’apprendimento
come un processo (processo di insegnamento-apprendimento) in cui la
parola chiave è appunto condividere. La stessa parola chiave
nella definizione di un blog: spazio dove condivido con gli altri
quello che penso e sento.
Recentemente ho cominciato a far conoscere ai miei studenti quali
sono i blog che io (la donna e non l’insegnante) leggo. Mi arrivano
poi alcune domande sulle parole che non hanno capito, ma principalmente
commenti su quello che noi abbiamo letto, perché in condizioni
di lettori dello stesso blog non siamo tanto più insegnante
e alunno, ma lettori.
Gli svantaggi
I blogs non solo esigono
che il docente conosca minimamente come funziona internet, come mettono
alla prova le nostre conoscenze linguistiche (cioè non “ci
nascondiamo” dietro un libro) come consumano molto tempo, sia
quando li teniamo, sia quando li seguiamo. Non illudetevi: basta un
unico commento interessante con sotto un link del suo autore ed eccoci
trasportati a un altro blog. E poi il blog può creare dipendenza:
a chi lo scrive e a chi lo legge.
Come e dove creare
blogs
Piattaforme per ospitare
(gratis) i vostri blog:
in italiano: www. splinder.com ; www.tiscali.it; http://www.ilcannocchiale.it
(per blogs con tendenza a sinistra) ; in inglese :http://www.blogger.com/start
; in portoghese: http://weblogger.terra.com.br
Dopo aver creato il blog
potete incontrare altri bloggers italiani qui:
http://www.blogitalia.it/cosa_e_blogitalia.asp O i “blogueiros”
brasiliani qui: http://www.blogs.com.br
Vale la pena leggere:
http://www.sadnet.net/ecds/p/dida_blog/r/page2
: testo su blog didattici e apprendimento ; http://www.acynson.it/Utilita.Terminologia.Web.htm
per la terminologia del web e http://www.blogitalia.it/blog_glossario.asp,
per un glossario dei termini blog
I miei blogs italiani
preferiti:
http://aletheia.ilcannocchiale.it/
http://alzataconpugno.ilcannocchiale.it/
http://bottega27.splinder.com/
http://botteghecolorcannella.splinder.com/
http://laurabogliolo.splinder.com/
http://mestierediscrivere.splinder.com/
http://21venti.splinder.com/
http://mipassiilsaleperfavore.splinder.com/
http://cominciaredall-inizio.splinder.com/
http://scarabocchi.splinder.com/
http://mutevolmente.splinder.com/
E i miei blogs sono: http://www.terrabrasilis.splinder.com/
(scritto in italiano per gli italiani che vogliono conoscere il Brasile
e la lingua portoghese e http://dolcefarniente.blog.tiscali.it/ per
i brasiliani che studiano l’italiano.